venerdì 2 marzo 2012

CALCATA


Nel paese di Calcata è stata girata la scena della distruzione del paesello nel film Amici miei del 1975. Tre anni dopo (1978), la stessa piazza diviene set per alcune scene nel film La mazzetta di Sergio Corbucci, con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. Viene citata (ca. 30 secondi) anche nel film di Andrei Tarkovskij del 1983 "Nostalghia" e nell' "Ulisse" di James Joyce. Nel 1997 il borgo è stato il set del film Ardena di Luca Barbareschi, interpretato dallo stesso regista e da Lucrezia Lante della Rovere. A Calcata vivono diversi artisti. I più famosi sono l'architetto Paolo Portoghesi e la pittrice Simona Weller. Nel 1980 fu girato un video del brano "Una storia sbagliata" dal cantautore Fabrizio de Andrè.

da wikipedia



LE LOCATION ESATTE DI "AMICI MIEI"
 

da DAVINOTTI.COM 
ImageLa situazione al via delle ricerche: stranamente non molto si è fatto negli anni per cercare le location del film, nonostante l'importanza dello stesso. Al di là di Calcata, di qualche location sparsa (il bar Necchi) non s'è trovato nulla di molto studiato in tema. Anzi, anche su di un libro trovato a Firenze che annuncia “i luoghi del film” in copertina si son viste tre o quattro location di passaggio e un errore sul Mandela Forum, scambiato per il carcere di Sollicciano (errore molto comune, a quanto pare). Noi, semplicemente, le abbiamo trovate tutte (e non erano davvero poche...) per un lavoro che si è protratto per anni e che si è concluso con una gloriosa reunion davinottica durata addirittura due giorni (per alcuni tre) il 4/5 giugno 2011!

Il film: Amici miei si è ricavato negli anni una piccola nicchia, nell’ambito della nostra commedia all’italiana. Trasformatisi tutti in icone dai nomi indimenticati, Melandri Mascetti Necchi Perozzi e il Sassaroli sono un’unità inscindibile, la forza di un progetto che, nato dalla penna di Pietro Germi e con l'idea di essere ambientato a Bologna, si è trasferito poi (a causa della malattia di Germi) a Firenze sotto l’abile guida di Mario Monicelli, capace, anche grazie alla versatilità di attori d’indiscutibile caratura, di rendere plausibile la loro cittadinanza. Partendo dal palazzone del giornale per cui lavora il Perozzi (Noiret) fino a raggiungere le ultime scene del mesto funerale, la vicenda si snoda  attraverso innumerevoli location del capoluogo toscano che lo rendono vivo come non mai, inquadrato evitando i luoghi più scontati (niente Ponte Vecchio, Campanile di Giotto, Santa Maria Novella...) per concentrarsi su scorci ugualmente caratteristici e forse persino di più. Differentemente dalla maggior parte delle produzioni extra-romane poi, il ricorso a location esterne riconducibili alla capitale è quasi nullo (si contano giusto la casa della Dionisio e, risalendo, il paesino di Calcata, che tuttavia è già in provincia di Viterbo...), a dimostrazione della ferrea volontà monicelliana di non tradire l’autenticità del prodotto Continua a leggere...